Pagine

lunedì 7 luglio 2014

CASO SHALABAYEVA MA AL CONTRARIO. CASO ANTONIO PAPALEO


                                                                                     
In questi mesi ci si è indignati per le sviste del Ministero degli Esteri sul caso Shalabayeva, in questi anni tutti accanto ai 2 Marò che hanno fatto il tiro al piattello con i pescatori, ma a quanto sembra in questa settimana si sta consumando un’atrocità nel silenzio quasi generale (tranne Natalino Balasso e Reporter Senza Frontiere).
Il  4 luglio, l’italiano Antonio Papaleo è stato accoltellato a quanto sembra (non si insinua niente, ma con il proseguo dell’articolo magari un dubbio sorge spontaneo) per dare seguito ad una rapina. In queste ore è ricoverato a Phuket in Thailandia. A quanto sembra, la polizia thailandese ha avvisato il consolato italiano (questo è ciò che hanno detto a lui), ma finora non è stato contattato dal consolato. In più, in questa che sembra una rapina gli è stato sottratto il passaporto e quindi, se il consolato dovesse fare orecchie da mercante, lui dovrà farsi rilasciare o dalle autorità thailandesi o da quelle di Hong Kong (domanda: “Perché Hong Kong?”, nel seguito dell’articolo uscirà anche la risposta) per poter circolare.
La domanda che sorge spontanea è: “Perché si fa tanto casino per 2 soldati che hanno commesso reato all’estero, si smuovono mari, monti e Calipari per salvare una che di sua sponte non volle lasciare l’Iraq e giustamente si tira su un pippone per la Shalabayeva che ormai non c’è più ed invece non si cura nessuno di Antonio Papaleo in Asia per i motivi che vi citerò poi che non ha commesso nessun reato, anzi forse il contrario?”