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lunedì 23 giugno 2014

Farinetti ed il MADE IN ITALY farlocco.

Parliamo di EATALY e delle eccellenze italiane spacciate per tali da Farinetti.
Partiamo da un pezzo che ha reso una sua frase assai celebre: "Io il km Zero non lo sopporto", quindi pure stando ad Alba e nel suo caso il Km Zero non esisterebbe cmq taglierebbe fuori il 90% del MADE IN ITALY Underground e di qualità per vendere nei suoi negozi e Store ciò che a lui gli va a genio economicamente parlando.
Continuo con delle proprietà di Farinetti che rendono certi marchi un conflitto di interessi
(queste proprietà sono elencate in questo link http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/04/cacio-e-pepe-a-eataly-roma-la-polemica-continua/283367/ ):

- BORGOGNO VINI
- FONTANAFREDDA VINI
- BRANDINI VINI
- AFELTRA PASTA (marca usata per la cacio e pepe da 20 Euro.............. Strano! E' suo il marchio quindi dovrebbe risparmiare)
- LA GRANDA CARNE
- LURISIA ACQUA, BIRRA, CHINOTTO, GAZOSA
- AGRILANDA FORMAGGI

Per entrare nello specifico, a metà di questo link oltre alle proprietà o partecipazioni di Farinetti, vi sono anche marchi portati avanti da SLOWFOOD (ormai dovutosi adattare all'invasione prorompente di Farinetti politico, tuttologo, professore universitario e perculologo) che con il tempo è andato a perdere l'esclusiva del "Prodotto radical chic".

Parliamo della farloccata dove sta.

Se si apre un'attività economica con la seguente promessa in pompa magna e con fior fior di milioni regalati:
"Sono l'ambasciatore del MADE IN ITALY nel mondo per rilanciare l'economia italiana", ci si aspetta che uno effettivamente lo faccia.
Se poi si mettono in primo piano marchi acquistati per tempo, usando prodotti nei ristoranti di marchi acquistati per tempo, nei web store esteri di Eataly metti marchi acquistati per il 50% a suo tempo di pasta, vino, birra o acqua se nei costi di esportazione convengono, non stai facendo altro che ammazzare una possibile qualità esistente nella produzione ed il perfezionamento di una qualità futura italiana, nell'unico marchio (di proprietà stranamente) che adesso come adesso pretende di esportare il vero MADE IN ITALY nel mondo.
Non solo, si prendono in giro gli stranieri facendo credere che quello venduto da Eataly è il massimo della qualità italiana, ma con quei prezzi e con gli stipendi da fame degli stessi dipendenti di Eataly non ci sarà mai una domanda interna italiana continuativa di prodotti di qualità.
Altra cosa che mi inquieta è che nel webstore americano vi siano presenti delle multinazionali come BARILLA o la versione lusso chiamata ACADEMIA BARILLA, che già di suo non ha problemi a farsi trovare nel mondo, forse aprendo un Eataly a Katmandu si aprirebbe un nuovo mercato per la BARILLA.
Partendo poi da questo mi sorge un dubbio:
"Dato che a DUBAI le cose non sono così a buon mercato e dato che all'interno del sito di Eataly, clicco punti vendita DUBAI mi si rimanda ad una pagina Facebook con l'impossibilità di comparare i prezzi con quelli italiani. Le produzioni di marchi non Farinetti, nei prodotti mandati a DUBAI, vengono remunerati di più al produttore o il ricarico rimane tutto a Eataly?"
Compariamo adesso prodotti mandati all'estero (USA/Giappone) sia nei prezzi che nella materia prima promossa fuori Italia:




Pasta

500 grammi AFELTRA Penne rigate  5.80 dollari (4,27 Euro) contro 2,90 Euro non presente nello store giapponese

500 grammi RIGOROSA Bucatini  4.80 dollari (3,53 Euro), 770 Yen (5,55 Euro) contro 1,98 Euro in Eataly Italia

500 grammi IL PASTAIO DI GRAGNANO Fusilli con il buco 7,80 dollari (5,75 Euro), 930 Yen (6,71 Euro) contro 3,90 Euro in Eataly Italia

500 grammi  IL PASTAIO DI GRAGNANO Vesuvio 6,80 dollari (5,01 Euro), 930 Yen (6,71 Euro) contro 2,90 Euro in Eataly Italia


Olio
Nello store giapponese esistono 3 marche improbabili non presenti nello store americano ed italiano.
SIGNOROLIO 250 ml a 10,46 Euro
COPPINI ARTE OLEARIA con il suo OLIVE E LIMONI (ed il mix è proprio quello dell’etichetta, cioè un bestemmione) 250 ml a 24,39 Euro
ANTICO ORCIO  250 ml a 17,03 Euro

In quello americano l’unico tipo di olio in comune con lo store italiano è:
FRANTOIO FRANCI – Fiore extra vergine d’oliva da 750 ml a 24,20 dollari (17,84 Euro) contro 12,40 Euro in Eataly Italia




Vino

Nello store americano per motivi di legge non c’è il vino.

BORGOGNO Barolo 1982 0,75 ml a 30.000 Yen (216,54 Euro) contro 212,50 Euro

BRANDINI Barolo 2007 0,75 ml a 6430 Yen (46,41 Euro) contro 33,50 Euro


Ora, mi si può dire che il ricarico sia da imputare al trasporto fino al Giappone o all'America.
Certo! Se io fossi un coltivatore di asparago bianco o di radicchio di Treviso che non avendo per esempio 9 negozi in Giappone dovessi spedire delle piccole quantità di NICCHIA.
Nel caso di Eataly non può essere così, nel caso della pasta da distribuire in 9 negozi in Giappone posso permettermi per i lunghi tempi di scadenza del prodotto di prenotare tutto un volo merci che in 24 ore sta a destinazione, e in un bancale 80X120X1,60 di altezza moltiplicato per 5 o 6 bancali su un pallet, moltiplicato per il numero dei pallet che ci stanno in un aereo, sai pasta che spedisci e con voli regolari lo sconto che hai con la compagnia aerea? Facciamo lo stesso discorso con il vino, e quì guardando il costo Yen/Euro (cambio di qualche giorno fa) a me viene da pensare ad un errore:

"Di Barolo del 1982 non ce ne deve essere molto in giro, però la differenza Yen/Euro è di soli 4,04 Euro, invece per quello del 2007 (ok di marca diversa, ma così è un insulto all'intelligenza dell'homo sapiens) la differenza è di 12,91 Euro................................ Ma non sarebbe più logico mettere un ricarico più alto su un prodotto più raro da acquistare per un compratore medio ed invece tenerlo più basso su prodotti di più facile smercio? A meno che sotto in piccolo uno non scriva, meglio quello del 2007 perchè quell'altro è una ladrata sciccosa"

Altro dato interessante è l'olio smerciato nel webstore giapponese.

"Da italiano ad italiani: "Ma voi ce l'avete il SIGNOROLIO a casa? E l'olio adulterato con il limone è prodotto tipico della tradizione olearia italiana?"

Per rilanciare l'economia italiana in sintesi, non serve l'abracadabra di Farinetti per farsi finanziare da comuni e Stato Italiano la bufala del secolo (a danni nostri e dei consumatori esteri).
Serve che i produttori si diano un'aggiornata guardando ad Internet, consorziarsi in un sito mantenibile pagando una quota l'anno e vendere per corrispondenza sia in Italia che all'estero senza andare allo strozzo con i prezzi, passando per le mani di Farinetti solo perchè tira. Si potrà tirare su il costo di produzione, riuscendo comunque a vendere i bei prodotti della vera tradizione italiana stando comunque sotto i prezzi di Eataly.

Intanto vi lascio con il venditore di aspirapolveri ad energia nucleare (erede di UNIEURO) che si spara le pose con i giovani (servono voti in politica se si vuole una mano dalle Istituzioni).


Mi ricorda tanto questo signore quì sotto che ormai prova a tirare a campare in qualsiasi maniera.




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