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lunedì 21 luglio 2014

Le guerre al tempo dei SOCIAL.

Al giorno d'oggi tutte le informazioni corrono veloci grazie ad Internet.
10 anni fa quando ancora i dinosauri dell'editoria dovevano ancora comprenderne le potenzialità, si comportavano come Nanni Moretti quando denigra la TV senza ammettere che è grazie ad essa se qualcuno ha ancora memoria di lui.
Un tempo in Internet ci si poteva informare in maniera libera e non manipolabile, perchè trovavi cose che i media tradizionali non trattavano.
Poi, qualcosa cominciò a cambiare. Google acquistò YOUTUBE, monopolizzando a scopo di lucro le
preferenze degli utenti.
Quindi, se prima era più facile per noi trovare video amatoriali di persone talentuose, adesso per una questione di mercato devi sudare 7 camicie fra un video di SHAKIRA e la pubblicità della Mercedes.
 E da lì, via all'arrembaggio per ricavarsi un posto nel mercato virtuale per quando quello concreto si estinguerà.
L'avvento ed il successo di FACEBOOK decretò l'inizio di una nuova attività imprenditoriale: "Creare correnti di pensiero".
Siamo nell'era della monetizzazione del concetto "Dividi et impera".
L'esempio di questi giorni può essere l'attacco di Israele verso la Palestina.
L'opinionismo low cost di FACEBOOK si è diviso fra chi ha ragione di esistere.
Ricordo che l'opinionismo monetizzabile, adesso come adesso fa leva sulla voglia di essere informati e di essere protagonisti di un qualcosa.
Leggi il titolo che ti può interessare sui social, clicchi il link, e solo per aprire una pagina qualcuno prende i soldi.
Il tuo commento di per se non serve a all'autore del post (infatti raramente trovi l'autore che commenta assieme all'utente, massimo una o 2 volte............... deve proprio essere istigato), ma il fatto che ci siano quelli a favore e quelli contro che si confrontano, aumenta visibilità e monetizzazione.
Questo porta in pratica alla filosofia del guardare al dito e non a quello che indica nel cielo.
Nel caso della guerra Israelo-Palestinese, si amplifica ancora di più la voglia di protagonismo del singolo sulle spalle di grossi problemi. Tanto sono lontani, anzi sembra una fiction da recensire.
Bi-Partisan a commentare positivamente o negativamente articoli, post, blog che sostengono la leggittimità delle azioni di una o dell'altra sponda. Fomentando così il business dei media, che nonostante vendano spazi pubblicitari in TV, carta stampata e ottenendo fondi dello Stato non sono in grado di sostenersi. Un esempio ne è l'UNITA'.
I più squallidi nell'animo poi, si fanno forti di foto di morti ammazzati attribuiti ad una fazione invece che ad un'altra per aver ragione (ragione di cosa poi?), poi la si butta in politica e religione giustificando uccisioni. Come se nel proprio paese l'omicidio a fin di bene fosse immune almeno ad un'inchiesta.
Come se un bambino, una donna incinta, un anziano, un ragazzo morti sì! Ma dell'altra fazione fossero meno nobili o meno cadaveri rispetto a quelli dell'altra.
Vedo una pochezza intellettuale attribuibile solo ai finti ciechi.
A me non frega niente di che etnia è il bambino ucciso oggi. Se è meglio che fosse morto sotto un raid aereo o perforato da un razzo.
Io vedo solo azioni messe in atto dall'una o dall'altra parte, volutamente in luoghi ad alta densità civile nascondendosi dietro la frase: "Usano i civili come scudo".
La stampa e l'opinione pubblica e lo Stato Italiano
anzichè esprimersi come dei pappagalli in funzione degli interessi, occulti solo a dei ritardati (mi scuso per aver offeso la categoria, qualora qualcuno catalogasse ritardato, una persona affetta non per volontà sua a determinate sindromi), dovrebbero veramente trattare il problema per ciò che è.
Uno sterminio di massa legalizzato.

Prenderne le distanze e reprimere partendo dalle pur minime basi di diritto umanitario è necessario per uno Stato come l'Italia che Costituzionalmente ammette la guerra solo come ultimo rimedio contro un invasione.
Contare qualcosa all'estero, portando veramente avanti valori democratici sarebbe come minimo applicare:

1) Obbligare gli Stati che usano armi eticamente scorrette a non farlo. In genere in Medio-Oriente si va cercando armi decretate proibite. In Israele c'è ancora il dubbio sull'uso del fosforo e su altre tipologie di armi, ma nessuno indaga.
2) Intervenire su entrambi i fronti a livello umanitario e senza pregiudizio di razza, religione o orientamento politico.
3) Se proprio vogliono combattere, che lo facciano da uomini per le strade dando la possibilità a chi spara di scegliere fra civili e milizie. Con delle bombe si rispetta "l'occhio non vede, cuore non duole", ma le cifre parlano chiaro. Embarghi e sanzioni alle vigliaccate.
4) Obbligare seriamente tramite embarghi e sanzioni a costruire veramente un dialogo fra i 2, e qualora le due fazioni non dovessero essere collaborative, imporre una soluzione democratica ed equa come venne fatto per la Germania post Guerra Mondiale. Invece, per un finto garantismo si fa in modo che si scannino in TV i poteri forti a discapito in terra di chi è lì.

Non vedo come sia possibile che per convenzione non si possano bombardare città d'arte e invece non ci sia una convenzione che impedisca e punisca ogni violazione della vita sulle donne, bambini e gente inerme.
Ma a noi piace lavarci la coscienza con un "MI PIACE", 4 condivisioni e due puttanate per sostenere un dito che non serve ad indicare il cielo.

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